Storia e origini della vite: quando è nato il vino?

Le origini e la storia del vino sono antichissime, alcune affondano le proprie radici nella leggenda, altre si intrecciano anche alla storia e alla religione.

 

Storia e origine della vita: quando è nato il vino? Si tratta sicuramente di un viaggio affascinante che percorre luoghi e tempi lontani. Un racconto che ha plasmato paesi e tradizioni differenti, che vede protagonisti la vite e il vino, due elementi imprescindibili e legati indissolubilmente tra loro in una relazione che coinvolge natura, archeologia e cultura millenaria.  

 

Le origini e l'etimologia della parola “vino”

La storia del vino è antichissima. La storia e le diverse vicissitudini che hanno segnato le sue origini si incrociano sempre con l'evoluzione dell'uomo e le sue varie migrazioni. Da bevanda scoperta grazie alla fermentazione spontanea dei succhi d'uva fino alle prime tecniche di vinificazione affinate di generazione in generazione, da popolazione a popolazione, fino alla sua diffusione nel resto del mondo, grazie soprattutto allo sviluppo dei trasporti, del commercio e dell'enologia moderna.

Ma qual è l'etimologia della parola vino? In molti indicano la sua origine nel latino vinum, che a sua volta fa riferimento al termine del greco classico oînos. Dall’Antica Roma, poi, la parola latina si è estesa alle altre popolazioni.  

 

Com'è nata la vite

Tante sono le storie che fanno partire la nascita della vite e dell'uva: spesso la si fa risalire ad Adamo ed Eva, descrivendola come il “frutto proibito” del giardino dell’Eden (e quindi non la famosa mela), o ai tempi di Noè, nella Genesi della Bibbia, il quale, dopo il Diluvio Universale, decise di piantare una vigna grazie alla quale scoprì proprio il vino, bevendone fino a ubriacarsi. E poi, nel Cristianesimo, il vino assunse un'importanza fondamentale nel sacramento dell'Eucarestia, diventando il simbolo del sangue di Gesù Cristo, come affermato nel corso dell’Ultima Cena. 

La storia parla invece di origini risalenti addirittura ai Sumeri, al Caucaso e all’Asia minore, con i i primi tipi di vite da uva che potrebbero discendere da piante risalenti a circa 50 milioni di anni fa; da precisare, tuttavia, che l’attuale tipo di vite da vino (vitis vinifera) si può ritrovare intorno al 5000 a.C. La vitis vinifera è, infatti, la celebre vite europea, anche se la sua origine, per l'appunto, è asiatica. In seguito all'ultima glaciazione, si diffuse pian piano verso ovest e poi fino alla popolazione greco-romana. Da sottolineare il fatto che in Cina la vite non ebbe molto successo, dato che i cinesi non hanno mai trasformato la pianta per scopi produttivi, al contrario dei Greci ad esempio, che ne hanno fatto un vero e proprio culto con specifici processi di controllo. I Fenici e i Romani poi, decisero di diffondere la vite prima nel bacino del Mediterraneo, ma i Greci furono i primi a insegnare ai Romani varie tecniche di coltivazione e produzioni di vino di qualità.

In base alle recenti scoperte archeologiche, comunque, le prime vere e proprie semine e produzioni di vino da tavola sono da far risalire all'Anatolia meridionale, in Libano e in alcune aree della Siria, ma anche in Iraq settentrionale e in Iran, fino al mar Caspio. Ancora più recente è la scoperta, risalente all'Età del Rame (attorno al 4000 a.C.), in una grotta armena, di un recipiente di argilla per l'estrazione del succo con i piedi, e una vasca che poteva contenere fino a 60 litri di mosto da fermentare. 

  

La vite in Italia

La vite in Italia fa la sua prima comparsa in Sicilia, tra i primi approdi sia dei Fenici che dei Greci; i primi, forse, la introdussero solo in Sardegna, mentre i secondi in tutto il Sud. Gli Etruschi, invece, iniziarono a coltivarla nel Centro e nel Nord-Italia, grazie probabilmente a tecniche apprese da popolazioni orientali e alle conoscenze molto più approfondite rispetto agli altri insediamenti locali.   Gli antichi Greci, inoltre, fecero del loro amore verso il vino un vero e proprio culto, quello di Dioniso, l’inventore del vino (a Roma conosciuto come Bacco). Il mito racconta che il figlio di Zeus fosse ghiotto dei grappoli d’uva che crescevano sulle viti che ricoprivano la grotta delle Ninfe, dove il giovane si riposava. Per puro diletto, iniziò a premere gli acini in una tazza e, ammaliato dal loro profumo, bevve questo succo rosseggiante e spumoso, ricevendo una scossa rinvigorente e ringiovanente, decidendo poi di girare per il mondo proprio per diffondere la sua invenzione. 

Per quanto riguarda i Romani, essi riuscirono a produrre, fino alla caduta del proprio Impero, quantità incredibili di vino grazie a nuove tecniche di coltivazione, come le arrampicate delle viti e l'utilizzo di terreni più fertili solo ed esclusivamente per l'uva. Il vino divenne la bevanda prediletta dei nobili e dei facoltosi, ma anche delle altre classi sociali meno agiate che riuscirono a consumarlo, anche se di qualità meno elevata. Da precisare che il vino degli antichi Romani era una sostanza sciropposa, molto dolce e molto alcolica, con un sapore reso più gradevole grazie all'aggiunta di acqua, miele e spezie. Grazie a loro nacquero anche le prime vere aziende vinicole con metodi di produzione, attrezzature e sistemi molto avanzati e “grazie” alla numerosa quantità di schiavi che lavoravano incessantemente. I Romani furono inoltre responsabili dell'introduzione della vite e del consumo del vino in tutta Europa, come in Germania e nel nord della Francia.

 

Dal Medioevo al Novecento

Per il vino, il Medioevo significa declino e abbandono delle campagne. Il clero fu l'unico a occuparsene, conservando tecniche e coltivazioni; i monaci benedettini, infatti, portarono avanti l’arte di preparazione del vino, da loro considerata come un modo sacro di celebrare e avvicinarsi a Dio. I monaci iniziarono a sperimentare nuovi uvaggi e combinazioni con miscele innovative di vini bianchi e rossi. Il numero di estimatori della bevanda aumentava e sorseggiare vino diventava ormai un rito di compagnia con amici o familiari in ogni occasione.   

Solo dall'Alto Medioevo, grazie alla ripresa dei traffici commerciali, la vite tornò nuovamente a espandersi, anche verso le Americhe e l'Australia, anche se fu l'Inghilterra, con le sue colonie, ad apprezzare maggiormente il vino. Ma fu nel Settecento che il vino si diffuse appieno con lo sviluppo di nuove tecniche e procedure di conservazione e fermentazione innovative, con il perfezionamento dell’ars vinificatoria.

E poi arrivò la Rivoluzione Industriale, con l'introduzione della scienza botanica nell'enologia per migliorare maggiormente la qualità del vino. Nel XIX secolo, nell’epoca del Romanticismo, la Francia diventa la prima produttrice di vino in Europa e al mondo: questo grazie soprattutto alle viti di Bordeaux e di Champagne, tra i più esportati e apprezzati. Nella prima metà dell’Ottocento e fino agli inizi del Novecento, le viti d’Europa vennero attaccate da un afide, la peste della vite, causando la scomparsa delle specie più pregiate specie. Una volta sconfitta , ci fu addirittura un incremento nella coltivazione di vitigni in tutta Europa. Oggi la produzione di vini aumenta e si affina costantemente.   

 

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