5 consigli pratici per degustare il vino come un esperto sommelier!
La degustazione di un vino è un'esperienza che regala sensazioni uniche. Un piacere da vivere lentamente e con la massima attenzione e consapevolezza per godere appieno delle sue caratteristiche organolettiche.
5 consigli pratici per degustare il vino come un esperto sommelier! L'esperienza di degustazione è caratterizzata da una precisa analisi visiva, gustativa e olfattiva. Per questo è necessario creare le condizioni ambientali adeguate ed essere in uno stato psicofisico ideale, affinché si garantisca una buona sensibilità percettiva, fondamentale per garantire un'ottima degustazione.
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In cosa consiste una degustazione di vino
C'è una sostanziale differenza tra il bere e il degustare del vino. Attraverso una degustazione, infatti, si creano i presupposti per poter valutare le caratteristiche organolettiche del vino, la tipologia, la qualità, le potenzialità di conservazione, ma anche gusto, sapori, colore, affinità olfattive, gradazione alcolica, modalità e tempi di conservazione. Anche se non si è sommelier esperti, e quindi in grado di conoscere i vari tipi di vitigni e zone di produzione vinicola del mondo, le norme legislative, le tecniche di coltivazione enologiche e le modalità di produzione, ci si può pur sempre avvicinare al mondo della degustazione. Ecco quindi cinque semplici consigli per imparare a degustare un vino.
Scegli ambienti, momenti e strumenti giusti
Tra i presupposti principali ci deve essere una location piacevole adatta priva colori e odori forti. Per degustare il vino è anche necessario scegliere bicchieri e temperatura di servizio adeguati. Viceversa, si può compromettere l'intera degustazione del vino. La regola generale è di scegliere i calici ampi per i vini rossi, e i flùte (più stretti) per i vini bianchi e le bollicine. Se vuoi imparare il più possibile, puoi utilizzare un taccuino e una penna che ti consente di prendere nota delle fragranze e delle sensazioni visive e olfattive. Inoltre, vanno assolutamente evitati il consumo di sigarette, di cibi con sapori forti e piccanti, di super alcolici, di gomme da masticare e caramelle alla menta.
Stappa il vino
Sembrerà banale, ma per farlo è necessario avere un buon cavatappi. Risultano poco pratici quelli a T e quelli da parete, mentre sono consigliati il classico con due braccetti laterali e quello professionale, formato da un manico lungo con una spirale retrattile, una piccola lama per tagliare la capsula e il dente d’appoggio. Il cavatappi, pertanto, deve essere in grado di stappare la bottiglia in due tempi, quindi affondando la spirale nel sughero per qualche centimetro, sollevandolo col primo dente e poi avvitando la spirale fino a fondo corsa sfruttando la maggior leva del secondo dente (soprattutto con i tappi più lunghi del normale). Dopo aver stappato, annusa il tappo di sughero e inizia a familiarizzare con il profumo del vino.
Versa e osserva il vino
Dopo aver scelto con cura il bicchiere per degustare il vino, ricorda di tenerlo leggermente inclinato, reggendolo per lo stelo. Questo perché la mano attorno al bicchiere rischierebbe di riscaldare il vino. Versa il vino riempiendolo per un terzo e osserva il suo colore; ricorda che sotto una luce naturale puoi porre l'attenzione in maniera più specifica alla tonalità, al colore e alla limpidezza. Fai ruotare lentamente il bicchiere in modo da bagnare le pareti interne del bicchiere con il vino: questo ti permette di osservare la viscosità del vino e stimarne il grado alcolico. Se il vino scorre molto velocemente, si tratta di un vino leggero (come molti vini bianchi). Se si formano numerosi archetti di vino stretti e più lenti a scendere, il vino risulta più corposo, strutturato e alcolico.
Odora il vino
Si passa quindi alla fase olfattiva vera e propria. Annusa il vino tenendo il bicchiere fermo e leggermente inclinato sotto il naso e ispira profondamente per poi allontanare il naso subito dopo. Ecco, questo è il cosiddetto bouquet, che descrive in anticipo le caratteristiche del vino che stai per assaggiare. Ruota poi nuovamente il calice in maniera più forte e decisa per far sprigionare dal vino tutti gli aromi contenuti e nascosti alla prima rotazione lenta, rivelando la particolarità e la struttura. In seguito, porta il vino di nuovo al naso e cerca di scoprire tutte le sue qualità, ovvero profumo, intensità, persistenza, complessità e qualità. Esistono numerose sfumature di profumi che il vino può rivelare, ad esempio pieno nobile, pronunciato, delicato e via dicendo. Per semplificare il tutto, questi profumi vengono associati a sentori più comuni, anche riscontrabili in natura, ovvero aromatico, speziato, fruttato, tostato, minerale, erbaceo, etereo e così via. Dopo 10 o 15 minuti, ripeti l’esperienza olfattiva e cerca di capire se è cambiato qualcosa nel nuovo bouquet in seguito all’aggiunta naturale di ossigeno al vino, che sprigiona sentori completamente diversi da quelli della prima annusata.
Assaggia il vino
Dopo aver apprezzato le caratteristiche olfattive, si procede a a degustare il vino con l’analisi delle caratteristiche gusto-olfattive. Prendi un sorso di vino e trattenilo in bocca fino al momento in cui le papille gustative riescono a percepirne il sapore, l’intensità e la texture, ovvero la sensazione tattile. Le papille gustative permettono quindi di individuare acidità, sapidità, alcolicità, morbidezza e astringenza del vino. Ricorda però che non devi berlo ma, al contrario, trattenere il sorso in bocca e poi usare la sputacchiera. Agitare il vino in bocca ti aiuta a percepire il peso e i primi sapori del vino, una fase in cui si stabilisce se le note sentite “al naso” vengono confermate al “palato”. Se durante la degustazione del vino al palato si avverte la sensazione di freschezza e astringenza, determinata dalla sapidità, acidità e tannicità, allora si parla di durezza del vino. Se, invece, la degustazione del vino al palato regala una sensazione di calore e corposità, data dall’alcool e dai polialcoli, si parla di morbidezza. L’insieme armonico di durezza e morbidezza rende il vino equilibrato al gusto. Inoltre, la determinata persistenza gusto-olfattiva permette di classificare il vino in lungo (persistente) o corto (sfuggente). La persistenza la si può tradurre come la capacità di un vino di lasciare un ricordo sensoriale più o meno marcato dopo la degustazione, quindi quanto tempo permangono in bocca i sapori e i profumi. Di conseguenza, un vino semplice avrà una persistenza breve, che sparisce dopo pochi secondi, viceversa, un vino importante avrà molti profumi che non si fermeranno alle prime sensazioni, ma in grado di offrire nuovi sentori, ad esempio di pepe, spezia, legno, anche per qualche minuto.
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